TORINO 20 AGO. Se c’è un distillato che può vantarsi di avere molti connaisseur in tutto il mondo è il whisky e in particolare il nobile inimitabile Scotch. Con almeno 500 anni di tradizione e molte distillerie ancora a conduzione familiare, lo Scotch ha una delicatezza di raffinamento riconosciuta da tutti e che si declina nei vari tipi di Scotch a cui è dedicato un “Laboratorio del Gusto” nell’ambito degli appuntamenti legati alla mixology alla kermesse targata Slow Food “Terra Madre Salone del Gusto 2016” a Torino dal 22 al 26 settembre prossimi.
Così come i vini, anche i whisky hanno un’appartenenza regionale, dalle Lowlands del Sud alle Highlands del Nord, fino all’isola di Islay, la penisola di Campbeltown e la Speyside, la valle del fiume Spey (tecnicamente una sottocategoria delle Highlands).
In generale i whisky delle Lowlands sono più freschi e leggeri e con un carattere più floreale, grazie al suolo morbido in cui cresce il grano. Sono però i whisky della Speyside a dominare il mercato, dal momento che più di metà di tutte le distillerie si trovano lì: noti per il loro gusto complesso e i toni fruttati, sono di solito meno torbati di altri whisky delle Highlands, anche se l’uso della torba nella regione sta aumentando a causa delle preferenze globali per whisky più “fumosi”. Quel classico gusto fumoso si ottiene con l’essiccatura dell’orzo usato nella distillazione sui fumi della torba, il materiale vegetale parzialmente decomposto che si trova abbondantemente in Scozia. Questo processo può durare anche 30 ore e più è lungo più “fumoso” sarà il whisky.
In questo “Laboratorio” dedicato ci si focalizzerà su due regioni: le Highlands e l’isola di Islay che fanno entrambi single malt piuttosto “fumosi” e, nel caso dell’isola, anche con note marine.
A guidare il “Laboratorio” sono due dei maggiori esperti italiani in materia, in gran parte responsabili del crescente interesse e apprezzamento per il whisky in Italia: Stefano Carlucci, proprietario del “Le Bon Bock Café” e Paolo Sanna del “Banana Republic”, entrambi a Roma. I due hanno lavorato col whisky per più di vent’anni, cercando di promuoverlo senza sosta in territori difficili dove vini, grappe e amari hanno a lungo dominato.
Ma cominciamo a sfatare due miti sullo Scotch presenti nell’immaginario collettivo: primo, che un single malt non possa essere usato in alcun cocktail e che il whisky sia una bevanda invernale da evitare in estate. Solo perché i single malt sono forti e possono avere sapori quasi travolgenti, questo non significa che non possano essere usati in classici cocktail che possono esaltare la presenza di un particolare malto. “Prendi per esempio l’Old Fashioned, uno dei cocktail più antichi, fatto con whisky e Angostura. Anche un cocktail classico può essere preparato sulla base della personalità e dell’umore del consumatore attraverso la scelta del whisky e i single malt sono perfetti per questo” – assicura Paolo Sanna.
E mentre le afose temperature estive non fanno diminuire il consumo di whisky nei freschi climi del Nord, sono certamente un problema a Roma: eppure da barman Paolo non vede questo come una limitazione ma come una sfida che può essere risolta scegliendo per esempio malti più leggeri serviti con soda o acqua frizzante. E quando si hanno più di 50 marche di whisky a disposizione, comprese alcune così antiche e preziose che sono impossibili da trovare altrove, si sa che ci si trova in buone mani.
Ovviamente, dato che siamo a “Terra Madre Salone del Gusto”, non si berrà un bicchiere dopo l’altro di delizioso whisky senza nessun accompagnamento: fare abbinamenti fra whisky e cibo è la specialità di Stefano Carlucci che ci stupirà servendoci cioccolato fondente, ostriche e maiale.
Utile prenotare già ora un posto per questo emozionante viaggio attraverso i grandi whisky delle Highlands e l’isola di Islay per scoprire di più sulla storia, i sapori e gli aromi di questo magnifico drink, assaggiando whisky da soli o in cocktail tradizionali e innovativi, accompagnati da abbinamenti classici e poco ortodossi.
Marcello Di Meglio
Leggi l’articolo originale: Terra Madre 2016. Scotch whisky ma “fumoso”