TORINO 27 AGO. Nell’ambito di “Seminiamo Sostenibilità”, nato per raccontare un passo alla volta il percorso ideato dall’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo e dedicato alla sostenibilità dell’evento “Terra Madre Salone del Gusto 2016” dal 22 al 26 settembre a Torino, Solw Food vuol far scoprire il progetto SEeD, seme, appunto, acronimo di “Systemic Event Design. In questa puntata scopriamo come è possibile ridurre l’impatto ambientale di un evento come Terra Madre attraverso una sempre più attenta gestione dei rifiuti.
Nel 2015 sono stati prodotti nel mondo dai 7 ai 10 miliardi di tonnellate di rifiuti solidi urbani (fonte Global Waste Management Outlook 2015, United Nations Environment Programme).
In Italia lo scenario non è differente: nel 2015 sono stati prodotti circa 30 milioni di tonnellate di rifiuti urbani. Di questi circa il 57% (17 milioni di tonnellate) costituisce l’indifferenziato, mentre il restante 43% il differenziato. Delle circa 13 milioni di tonnellate di rifiuti differenziati il 49% viene avviato a riciclo, il 34% viene trasformato in compost, il 2% viene riutilizzato, mentre il 15% non viene valorizzato (quasi 2 milioni di tonnellate) (fonte Dati ISPRA 2015). Questa mole di rifiuti ha un impatto negativo sull’ambiente ed è insostenibile dal punto di vista economico (smaltire i rifiuti costa in media ad una famiglia italiana circa 4 euro a settimana, n.d.r.) ed etico, ancora oggi, a fronte degli ingenti sprechi alimentari, sono 805 milioni le persone che soffrono la fame, (fonte FAO 2015). Come è possibile ridurre una tale quantità di rifiuti?
La risposta potrebbe essere la raccolta differenziata: se differenzi i rifiuti infatti è come se non buttassi via niente, perché la maggior parte di quello che gettiamo via è riciclabile o riutilizzabile e, se raccolto correttamente, acquista nuovo valore. In questo modo ad esempio, come evento “Terra Madre Salone del Gusto 2016”, si riesce a valorizzare i rifiuti organici trasformandoli in compost per uso agricolo, si fa sì che la carta e il cartone diventino materia prima riciclata per nuove pubblicazioni, e che elementi come il vetro e l’acciaio diventino nuovi imballaggi per i prodotti dei Presìdi Slow Food. Inoltre si risparmiano le risorse naturali e l’energia necessaria alla produzione di nuove materie prime e si riducono sia gli spazi per i rifiuti, sia i gas serra generati dal loro smaltimento.
Durante l’evento torinese i servizi di raccolta e smaltimento dei rifiuti saranno forniti dal partner del progetto sistemico Amiat società del Gruppo Iren, mentre Legambiente formerà i volontari che spiegheranno come differenziare al meglio nelle oltre 100 isole ecologiche distribuite all’interno dell’area dell’evento.
Per ridurre il numero di rifiuti inoltre si sono motivati gli espositori e i visitatori ad adottare una serie di buone pratiche come l’utilizzo di materiali biodegradabili e compostabili per la fruizione del cibo, quello di imballaggi sostenibili per la protezione ed il trasporto degli alimenti ed ancora l’utilizzo di cassette o altri componenti in legno certificati FSC. In più, per la prima volta, gli espositori saranno seguiti da un gruppo di volontari di “Eco dalle Città”, formati apposta per assisterli dal momento dell’allestimento alla fase post evento.
La raccolta differenziata, l’adozione di azioni virtuose da parte degli espositori, la riduzione di molti componenti da parte dell’organizzazione, le progettualità sistemiche, hanno permesso all’evento di ridurre progressivamente il numero di rifiuti prodotti riducendo del 58% l’indifferenziato sul totale dei rifiuti (dati 2014 rispetto all’edizione del 2006 di inizio del progetto), mentre è aumentato del 219% il differenziato. Il trend è assolutamente positivo se si pensa che il Salone del Gusto è cresciuto in termini di numero degli espositori (dai 525 nell’edizione del 2006 ai 1000 nel 2014), dei visitatori (dai 172.000 del 2006 ai 220.000 del 2014) e della superficie fieristica e commerciale (dai circa 51.000 mq dell’edizione 2006 ai circa 80.000 mq del 2014). Questi risultati sono stati resi possibili grazie anche al sempre più attento contributo alla raccolta differenziata da parte dei visitatori. Nell’edizione 2012 dell’evento è stata raggiunta insieme una purezza del 92% del rifiuto differenziato e questo ha permesso di valorizzarlo al meglio.
Valorizzare i rifiuti differenziandoli, trasformarli da scarti che sottraggono risorse, danneggiano gli ecosistemi e la biodiversità, a beni con un valore economico pronti per essere riutilizzati è necessario perché differenziare significa risparmiare ma significa anche voler bene alla Terra.
Marcello Di Meglio
Leggi l’articolo originale: Terra Madre 2016. I rifiuti sono un problema da rivedere…anzi da riciclare