ROMA. 13. APR. Dal garbato stile filmico che la contraddistingue, Susanne Bier( Copenaghen, 15 apr. 1960 ), Premio Oscar come miglior film straniero nel 2011 con ” In un mondo migliore”, partorisce un lungometraggio tagliente fino al sangue, di evidente impatto sociale, da vademecum per i Tribunali dei Minori d’Italia, perché chi avesse la tenacia di visionarlo fino in fondo, il messaggio essenziale che vi affiora è il seguente.
Le Donne che diventino Madri apparentemente ” Brave” e di ” Valida condizione sociale ” si rivelano poi afflitte da psicosi post-partum ed infanticide; le Donne apparentemente ” Cattive Madri” che emergono dalle periferie esistenziali della droga e prostituzione, lottano – come in questo caso – per ritrovare il proprio bambino e crescerlo in maniera adeguata, ribaltando le obsolete regole cui siamo ipocritamente assuefatti.
Dal punto di vista filmico, ” Second Chance ” ( titolo originale danese” En Chance Til “, 102 min.), è una pellicola caratterizzata da un’ottima Fotografia di intenso impatto poetico. Il vento che spira tra gli alberi e l’acqua del mare lievemente increspata, elementi naturali testimoni imprescrutabili delle vicende che si abbatteranno sui personaggi della storia.
Fotografia fredda, dal colore rarefatto; l’allettante marchio del Cinema Nordeuropeo.
Molti i primi piani. Una peculiarità: tutti gli attori principali hanno gli occhi azzurri sui quali abbondano i primissimi piani, ad attestare quello che vivono e vedono ma che non possono raccontare.
Eccellente cast europeo con Nikolaj Coster-Waldau, Maria Bonnevie, Ulrich Thomsen, Nikolaj Lie Kaas, Likke May Andersen. Prodotto da Zentropa Enteirtainments e distribuito da Teodora Film.
La trama. Un poliziotto di nome Andreas con un figlio di pochi mesi ed una moglie e madre superficialmente felice e realizzata, nonostante qualche latente avvisaglia di instabilità, alla notturna morte del neonato, sconvolto dal dolore, lo sostituirà con il lattante maltenuto di una coppia di tossicodipendenti, in cui – va rimarcato – la donna, vittima di costanti violente percosse da parte del compagno, è reso palesemente difficile svolgere il proprio ruolo di Madre.
Ma la vicenda prenderà una piega molto amara, diversamente da quanto auspicato dall’Agente Andreas.
Perché la vera donna psicotica e madre degenere si rivelerà essere la moglie ” carina e fragile ” di Andreas.
In un climax di Dramma che non escluderà suicidi, arresti, ricoveri, emergerà che il neonato della ” famiglia bene” non è mancato per cause naturali, ma per emorragia dovuta a trauma cranico scientemente causatogli dalla madre.
Il crollo di ogni certezza…
Il poliziotto verrà radiato dalla polizia e svolgerà un’umile mansione lavorativa presso un grande magazzino e la Madre, proprio quella considerata ” snaturata “, si riscatterà offrendo alla società un bambino sano e felice.
Il Finale che non voglio esplicitamente raccontarvi – con tanto di piccioni e colombe fissati in visual effects – lascia intravedere un’Apertura sulla vita del nostro sofferto ex poliziotto. Esile ” Apertura “.
Da vedere. Consigliatissimo ai benpensanti ed agli addetti ai lavori…nell’ambito chiaramente di Minori e Madri con vite difficili da non abbandonare ad un lacerato e falso percorso.
Romina De Simone