GENOVA. 6 APR. A 102 anni se ne è andato l’ultimo guerriero, Joseph Medicine Crow, capo indiano, memoria storica della sua tribù . La sua è stata un’esistenza vissuta tra prove di coraggio, storia e tradizione.
Nipote di un leader famoso, Yellowtail, Joseph da bambino ascoltava le storie sulla battaglia di Little Big Horn del 1876 da un suo parente che servì come scout il tenente colonnello George Armstrong Custer.Da quando aveva 6 anni gli furono insegnate le prime tattiche su come infiltrarsi nel campo nemico. E’ stato abituato a muoversi in un territorio ostile e difficile, in tutte le condizioni climatiche il che gli è servito non poco quando era al fronte, durante il secondo conflitto mondiale.
Joseph, però, era anche famoso per quello che sapeva, ossia dettagli importanti della storia dei nativi americani. Alcuni legati a fatti cruciali e famosi, come la battaglia del Little Bighorn, quella dove morì il generale Custer e oltre 200 cavalleggeri del Settimo. Un testimone indiretto che ha contribuito a tramandare quell’epoca, segnata da sofferenze, drammi, avventure.
Dopo aver ottenuto un master in antropologia, nel 1939, Medicine si è lanciato in un’altra campagna, quella per far conoscere la vita degli Indiani delle Pianure, raccogliendo e rilanciando aspetti a volte poco noti, fornendo particolari fissati da una memoria definita straordinaria. Un’azione che aveva anche un altro fine: legare i due mondi, l’indiano e quello dei bianchi. Nel 2009 il presidente Obama gli ha conferito la medaglia per la libertà, un gesto sincero verso un grande uomo.
FRANCESCA CAMPONERO
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