ROMA. 3 APR. L’ho scoperto l’anno scorso andando ad uno spettacolo al Teatro dell’Opera di Roma e quest’anno, ritornando per un altro spettacolo, non ho potuto non tornare a Er Buchetto.
Er buchetto è una piccola tavernetta che si aprì nel lontano 1890 in Via del Viminale, 2/f, nelle immediate vicinanze del Teatro dell’Opera, e sta ancora lì.
Il perchè è facile intuirlo: è giustamente famosa per i suoi panini caserecci ripieni di porchetta di Ariccia, affettati e formaggi serviti con simpatia da il nipote di chi l’ha fondata. Alessandro Fioravanti da generazioni si tramanda l’attività, e ci sa fare davvero, nella sua osteria lo sconosciuto diventa subito un amico e una battuta diviene un discorso o dibattito preso a cuore con sincerità e schietteza.
Er bucchetto è sempre affolato da giovani studenti, impiegati del Ministero degli Interni, abitanti del quartiere, filosofi, sfaccendati, e turisti che capitano lì per saso. La clientela di Fioravanti è la più svariata, ma tutti lì dentro trovano conforto chi nel buon vino dei Castelli, chi nell’ottima pochetta, chi in ambedue le cose. A Er buchetto ti innamori di Roma ed anche dei romani, che non è sempre cosa facile.
Chi conosce Er Buchetto non lo abbandona mai. Un suo affezionato che viene dalla Sicilia infatti racconta di averlo scoperto con il padre quando aveva soli sei anni. Quando a 22 era a Roma per fare il militare non perse occasione per tornare coi i commilitoni. Poi trentenne ha portato la moglie con la quale con sorpresa hanno trovato la sua foto nella bacheca degli amici. Ora che ha 50 anni tutte le volte che passa da Roma non può non fare una tappa in quella piccola tavernetta conosciuta quand’era un bambino e per lui la porchetta resta la migliore in assoluto.
Sul muro della tavernetta sono appese foto di personaggi noti, attori, registi, musicisti, cantanti del passato e del presente, accanto a loro un ritratto ad olio di Zì Amedeo, poeta dialettale, classe 1906, cantore come Orazio della vita semplice e del buon cibo frugale.E poi poesie scritte e dedicate al luogo, al capo e naturalmente alla sua mitica porchetta che sta in una teca in bella vista, prodotto principe col quale Alessandro prepara i panini ai clienti affezionati.
Panini farciti solamente con carne di maiale insaporita con sale, pepe, aglio ed erbe aromatiche e successivamente arrostita su di uno spiedo in forno a legna. Dimensioni ridotte e arredamento d’epoca sono il simbolo della longevità di questo angolo del gusto, che ha segnato un’epoca e rimarra’ sempre “er mejo”, come si dice a Roma.
Lo consigliamo vivamente a tutti.
FRANCESCA CAMPONERO