E’ in corso a Roma presso varie location (Casa del Cinema, Maxxi e Cinema Aquila), la settima edizione dell’Euro Balkan Film Festival. Festival organizzato come ogni anno dall’Associazione Occhio Blu: www.occhiobluannacenerinibova.com
Mai come quest’anno sono rappresentati tutti i paesi che fanno parte di quell’area
che comprende non solo le nazioni che in modo strettamente geografico compongono i Balcani, ma anche paesi che sono ai confini dell’area stessa come la Turchia.
Mostri sacri del cinema dell’Est come il bulgaro Stephan Komandarev di cui è stato presentato il film Blaga’s Lessons. Il film chiude la sua “trilogia bulgara” che tratta la disuguaglianza sociale e i dilemmi morali che affliggono la Bulgaria, oltre che
l’Europa. Nell’ambito della trilogia sono stati realizzati precedentemente i lungometraggi Directions – Tutto in una notte a Sofia (Posoki, 2017) e Rounds (V krag, 2019).
Ma anche registi meno conosciuti come Ivan Marinović, di cui è stato proiettato il film Forever Hold Your Peace. Una storia che tratta di amore e tradizione tra tragico e comico, in quella forma che solo il cinema balcanico riesce a trasmettere.
Come ogni anno il cuore della manifestazione sono i cortometraggi. Dieci in concorso anche quest’anno selezionati dal regista bosniaco Ado Hasanović. Di tale regista nei prossimi giorni nell’ambito del Med Film Festival sarà presentato l’ultimo intenso lavoro My Father’s Diary (I Diari di mio padre). Materiale girato dallo stesso Ado insieme a quello girato a Srebrenica durante gli anni della guerra dal padre, Bekir Hasanović, e ai diari tenuti dallo stesso.
Di quanto terribile avvenuto in Bosnia negli anni novanta narra anche il film Silence of Reason della regista della Macedonia del Nord Kumjana Novakova, direttrice artistica del Pravo Lijudski Film Festival di Sarajevo, uno dei più importanti festival sui
Diritti Umani esistente in Europa. Il film, un saggio visivo realizzato esclusivamente con materiale d’archivio utilizzato nel processo presso la Corte Penale Internazionale. Che riguarda il cosiddetto “campo di stupro” di Foca in Bosnia Erzegovina, che è stato proiettato stamani al Maxxi.
Non solo la guerra tra i temi proposti, soprattutto i cortometraggi, infatti, hanno affrontato tematiche quanto mai attuali spesso con modalità non stereotipate.
Ve ne segnaliamo tre in particolare: Gaia dei registi Nermin Hamzagić e Enis Cisić. Film animato che ci porta in una Sarajevo distopica del 2040 coperta da nuvole e affogata dalla plastica. Qui una ragazza, Sara, tenta di salvare il pianeta grazie al suo legame con il mondo vegetale. Truth (Istina) della regista serba Tamara Denić che ci narra una storia di violenza urbana legata a pregiudizi razziali e omofobi e di una giovane giornalista che rischia la vita per la libertà di stampa. Per finire con @Tiktok Cowboy di Anastaseu Stefan. Ci racconta, quasi fosse una fiaba moderna, del viaggio a cavallo di un giovane rom verso l’ospedale in cui è ricoverata la giovane moglie che gli ha dato il primo figlio, in piena pandemia, narrando il dramma di quei giorni con la leggerezza che solo i film balcanici in alcuni casi sanno regalarci.
L’Euro Balkan Film Festival continua fino al giorno 12 novembre con un focus sulla Bosnia Erzegovina. Cerimonia di chiusura presso la Casa del Cinema a Villa Borghese.
Damiano Gallinaro