GENOVA 2 LUG. Italia-Germania 4 a 3 è quasi una filastrocca impressa nella memoria collettiva di tutti gli italiani, appassionati e non dello sport più popolare al Mondo. Quel 17 Giugno del 1970 allo Stadio Azteca di Città del Messico fu giocato “el Partido del Siglo” e la reputazione di tale evento è unanime. La partita della staffetta tra Rivera e Mazzola, dei 5 gol nei tempi supplementari, dello stoicismo di Beckenbauer, il match che vide oltre 100.000 spettatori restare col fiato sospeso per 120 minuti e spiccioli scolpiti indelebilmente nella storia del Calcio. Per la portata emotiva di quell’epica semifinale quasi ci si è dimenticati che poi i nostri sogni si infransero contro il Brasile del “pentagono magico”.
Passato a pieni voti l’esame di spagnolo, estromettendo dalla competizione i bi-Campioni in carica, gli Azzurri avranno infatti un altro scoglio da superare, un ostacolo forse ancor più probante rappresentato dagli iridati in carica della Germania. Una squadra che non ha ancora subito reti in questo Europeo, che vanta soluzioni in ogni reparto ma, come sempre, si parte 0-0 e la storia in questo senso ci regala un retaggio confortante.
Le due superpotenze europee del football si sono incrociate svariate volte nei loro rispettivi percorsi. La prima vittoria azzurra risale al Capodanno del 1923, raccontata da uno dei padri fondatori della cronaca sportiva, Vittorio Pozzo, lo stesso condottiero che condusse come CT la nostra Nazionale al “repeat” Mondiale degli anni ’30.
Un salto temporale, che comprende la più infausta delle sconfitte contro i teutonici (datata 1939 e giocata a Berlino, dove una formazione azzurra rimaneggiata venne abbattuta dai padroni di casa per 5-2), ci porta ad una delle pagine più fulgide del libro Azzurro. Italia-Germania fu infatti anche una finale Mondiale, quella del 1982, quando l’urlo di Tardelli ed il giubilo di Pertini nella tribuna autorità del Bernabeu, fecero da emblema per la nostra terza volta da iridati.
Nel 1996 la Terra d’Albione fu invece avara di soddisfazioni per l’Italia di Sacchi, che arrivava all’Europeo da vice Campione del Mondo ma in un periodo di forte rinnovamento. Lo 0-0 contro la Germania, poi vincitrice del torneo (per la terza volta, prima ex aequo con la Spagna), decretò la nostra prematura eliminazione al girone.
Esattamente 10 anni dopo però si è concretizzata una delle imprese più significative di questa sentitissima rivalità, sportivamente parlando. Gli Azzurri, ancora una volta ai supplementari ed ancora una volta in una semifinale mondiale, eliminano una Germania che stava gettando le basi tecniche della corazzata che siede sul trono mondiale da Brasile 2014 e per la quarta volta, la stessa inoltre capace di infliggere ai verdeoro la sconfitta più sonante della loro splendente storia calcistica, quella del “Mineiraço”.
Nel 2006 sulla panchina tedesca c’era già Joachim Löw, al tempo per molti nulla più che l’eminenza grigia di Klinsmann. L’attuale Commissario Tecnico si è invece rivelato l’autore di questa autentica rivoluzione culturale del calcio tedesco, ora piacevole, estroso e veloce, forse come nessun altro al Mondo. Sospinta dal tifo di una Nazione intera che organizzava il Mondiale e sostenuta dal “muro” del Westfalenstadion di Dortmund, la Germania fu eliminata dall’Italia di Lippi. Grosso e Del Piero ci portarono a Berlino e sappiamo tutti poi come è andata a finire.
Dal punto di vista statistico sono 33 i precedenti tra le due rappresentative, col bilancio a favore degli Azzurri: 15 vittorie, l’ultima delle quali ad Euro 2012, guarda un po’ ancora in semifinale. L’ultimo successo degli 8 inanellati dai Panzer è un ricordo decisamente recente, datato 29 marzo 2016, nella partita amichevole dell’Allianz Arena di Monaco di Baviera dove i tedeschi sono stati capaci di imporsi per 4-1. Dieci i pareggi.
Un dato deve essere però la cartina tornasole dell’attitudine competitiva della Nazionale italiana, storicamente capace di rendere al massimo quanto conta davvero: in 8 confronti tra Mondiali ed Europei la Germania non è mai stata in grado di sconfiggere gli Azzurri (4 vittorie e 4 pareggi).
Stasera si scriverà un altro capitolo della più affascinante rivalità sportiva della storia del football e siamo certi che Conte e i suoi 23 saranno pronti a tutto pur di dargli un lieto fine.
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