GENOVA. 21 GIU. Ricorre una divertente storiella, secondo la quale fu avvistato dal farmacista un giovane muratore il quale domandava al banconista il prezzo dell’olio di gomito, in quanto lo zio, per spronarlo ad un maggior impegno lavorativo, gli aveva intimato “ti ci vorrebbe del bell’ olio di gomito!”…
Proprio vero che ormai sul web si trova tutto (basta saper cercare e saper vagliare), perfino un’antologia dei proverbi e modi di dire italiani già suddivisi per argomento. Olio e olivo non potevano davvero mancare, come ci “suggeriscono” anche lo studioso di cose onegliesi e ponentine Attilio Mela e il saggista toscano Mariano Fresta: è impressionante la quantità di espressioni e modi di dire (locali e non) sul tema, a confermare il ruolo che pianta e frutto (e succo) hanno sempre giocato nella storia dell’uomo e dell’italiano.
Si palesa un universo dai ritmi ancora forzatamente rurali, in cui l’olivo proveniente dal paganesimo si consegna vitalissimo ai sincretismi indotti dall’avvento cristiano, conservando un nutrito corredo di virtù apotropaiche, nell’eterna lotta contro il male e le creature maligne, ad es. le streghe che la notte del 23 giugno “assediano” gli usci di casa per introdursi nella vita quotidiana delle famiglie…
Così, se “il lume non arde senza l’olio” (ovvero occorre “investire” per oliare certi ingranaggi…), “a spander l’olio toccan disgrazie e dolo” (porta male sciupare le risorse). Se “a Santa Repolata ogni oliva inoliata” (l’otto ottobre le olive sono bell’e pronte alla vendemmia), “la verità è come l’olio” (si sottintende che torna sempre a galla, le bugie han gambe corte).
Se “per i dolori olio dentro e olio fuori” (l’olio è salutare sia per le affezioni interne che esterne), “troppo olio spenge la lampada” (esagerare non ripaga, il troppo stroppia). Se “quanto più ciondola più unge” (quanto più la pianta è carica tanto più il raccolto darà olio), “agli ulivi un pazzo sopra e un savio sotto” (in cima occorre tagliare senza riguardi, in basso concimare con misura)…
Infine, “gettar olio sulle onde” (ovvero placare un dissidio, rappacificare due litiganti, ridimensionare un contrasto) rinvierebbe ad una reale usanza marinara, allorquando durante le più brutali tempeste si gettava olio in mare, poiché la sua potente tensione superficiale attenuava l’impatto dei marosi sulla carena.
Umberto Curti, Ligucibario
Leggi l’articolo originale: Il prezzo dell’ olio di gomito by Ligucibario