Sono questi i risultati di una ricerca pubblicati dalla rivista scientifica “Scandinavian Journal of Work Environment and Health”.
La pasta per modellare con amianto era stata prodotta dalla Adica Pongo di Lastra a Signa, in provincia di Firenze, chiusa ormai dal 1993.
Lo studio, rende noto la Asl 10 di Firenze, è stato condotto da ricercatori italiani dell’ Ispo, Istituto per lo studio e la prevenzione oncologica, dell’Azienda Sanitaria e dell’Università di Firenze, che hanno rilevato tra il 1963 e il 1975, la presenza di amianto nel Das.
Tale studio avrebbe permesso di stabilire che circa 55 milioni di confezioni di Das contenenti amianto sono stati prodotti e venduti sul mercato interno sia internazionale in 13 anni, con un numero di utenti nell’ordine di milioni.
Il Das venne esportato in Olanda, Inghilterra, Norvegia e Germania e nei primi tre anni venne commercializzato in polvere da miscelare con acqua e successivamente in pasta pronta all’uso.
Dal 1976 in poi l’amianto fu sostituito con la cellulosa.
La ricerca è stata resa possibile grazie al contributo fornito da alcuni ex dipendenti di Adica Pongo con i ricercatori che sono riusciti anche a reperire le fatture dell’acquisto dell’amianto, oggi depositate nell’Archivio di Stato di Torino insieme alla documentazione del produttore, l’Amiantifera di Balangero.
Secondo gli esperti che hanno redatto lostudio il rischio era maggiore tra il 1962 e il 1966 quando il Das vniva venduto in polvere e doveva essere amalgamato con acqua per creare l’impasto da modellare. Da quella data, fino al 1975 il Das poi venne venduto come pasta, sempre con amianto.
Nelle case sono presenti oggetti realizzati con il Das quali statuette, vasellame, posacenere e vari calchi. Ed anche per questi, se si sbriciolassero e polverizzassero, ci sarebbe un ‘rischio di esposizione’ con il rischio di contrarre malattie tumorali a causa dell’amianto.
La Scandinavian Journal of Work Environment and Health: http://www.sjweh.fi
Leggi l’articolo originale: Il Das e le fibre d’amianto