MILANO. 7 APR. Due anni fa Sergei Polunin scompariva dal Royal Ballet senza lasciare traccia per la seconda volta.
In Inghilterra lo chiamano il ‘Billy Elliot’ di Kiev. Polunin si è formato alla Royal Opera House di Covent Garden, dove è arrivato all’età di 13 anni. Quando era scomparso era corsa la voce che volesse per sempre abbandonare la danza e dedicare più tempo alla sua grande passione, i tatuaggi. Sergei è infatti in società con un proprietario di un tatoo parlour nel nord di Londra. In passato erano circolate voci sul presunto uso di droghe da parte del talentuoso ballerino che lui stesso non aveva smentito.
Nel mondo della danza tutti lo conoscono come “bad boy”, probabilmente proprio a causa dei numerosi tatuaggi che ha su tutto il corpo. Sergei Polunin, ora venticinquenne, è di origini ucraine, ed attualmente è il primo ballerino allo Stanislavsky Music Theatre di Mosca.
In questo periodo ha acquistato ancor più notorietà perché diretto dal fotografo e regista statunitense David LaChapelle, in un video in cui danza sulle note di “Take me to Church” di Hozier. In dubbiamente la sua performance lascia senza fiato per le capacità tecniche e l’intensità espressiva.
Ora attesissima la sua presenza al Teatro alla Scala venerdì 10 e sabato 11 aprile in Giselle dove sarà accanto a Natalia Osipova. Tutti col fiato sospeso, scapperà anche dal palcoscenico milanese? Auguriamoci non sia così.
FRANCESCA CAMPONERO
Leggi l’articolo originale: IL BAD BOY DELLA DANZA CLASSICA SERGEI POLUNIN ALLA SCALA