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I Marlene Kuntz all’Ex Dogana incantano il pubblico con le loro distorsioni ipnotiche

Cristiano Godano dei Marlene Kuntz all'Ex Dogana di Roma

L’Ex Dogana, incastonata nella peculiare San Lorenzo che vive “tra la spazzatura ed i fiori” per dirla alla Leonard Cohen, il quartiere dall’apparente decadenza ma dal più acuto fermento culturale ed artistico della Capitale, ha ospitato in data 16 giugno- con impeccabile organizzazione- il concerto degli attesi, amatissimi Marlene Kuntz. Forte l’affluenza del pubblico romano, con gruppi di “seguaci” anche dalla vicina Napoli ed altre città limitrofe ad omaggiare le Icone del “Noise Rock” in Italia.

Un concerto che possiamo decisamente definire catartico, per citare il titolo dell’album “Catartica” che nel 1994 li ha immessi sul mercato discografico e resi immediatamente celebri, assurgendo a modello da cui molte altre band della scena di un certo rock alternative prenderanno le mosse; concerto purificatorio perché i Marlene nel corso della propria esibizione hanno raggiunto una tale intensità nella perfetta commistione della precisione nella tecnica e l’impeto emotivo del pathos che in Cristiano Godano, frontman senza bisogno di presentazioni, prende forma fino ad impossessarsene. Chi ha assistito al concerto di Roma, deve aver davvero provato quella Catarsi che si attua compartecipando ad un’esibizione artistica, di cui parlava Aristotele, tanto tempo fa…

Ed in effetti la serata si apre con l’esibizione del “gruppo spalla” de gli Stanley Rubik, trio romano precedentemente vincitori del contest “Lunga attesa”, lanciato dai medesimi Marlene nel 2016 in occasione dell’uscita dell’omonimo album, molto suggestivi nella rarefatta musica elettronica e nel look dalle maschere al volto a mò di tragedia greca.

Subito dopo entrano in scena i Marlene che esordiscono con un pezzo tostissimo, “111” da “Uno”(2007), che narra in climax- sia nel testo sia nella struttura musicale- di una violenza intrafamiliare che scivola perdutamente in un omicidio. Emozione pura. Già in incipit si è immersi nelle atmosfere marleniche che constano di sospiri, aria sospesa ed uno strenuo lavoro di distorsioni “quasi mistiche” che ipnotizzano totalmente il pubblico.

Sono molte le canzoni che suonano durante due ore e mezza pienissime, alcune delle quali più vecchie, come “Overflash” da “Il vile”(1996), il leit’s motiv della generazione degli anni’90 “Nuotando nell’aria” da “Catartica”…come non piangere ancora oggi su quella canzone, l’altra celeberrima “La canzone che scrivo per te” da “Che cosa vedi”(2000), la struggente “Schiele, lei” e la robusta “A fior di pelle” da “Senza peso”(2003) etc…ad altre più nuove come “Uno” dall’omonimo album già citato, “Il Genio(l’impotanza d’essere Oscar Wilde” da “Nella tua luce”(2013). La musica scorre sulla pelle e nell’anima nell’immobilità del tempo, tanto è coinvolgente dal punto di vista emozionale il concerto.

Ad ogni modo c’è un momento particolare verso la chiusura, che è doveroso citare. Ricorderete che nel pezzo “Bellezza” da “Bianco Sporco”(2005), c’è una seconda voce che è di Giulia Villari, la quale, vivendo tra l’altro a Roma, si è materializzata sul palco a duettare intensamente con Cristiano Godano. Momento molto alto.

Per chi fosse a digiuno della conoscenza della citata cantautrice, Giulia Villari ha all’attivo due album, il primo del quale “River”, è stato prodotto da Rob Ellis, batterista e producer di PJ Harvey e nell’ottobre 2015 è uscito il singolo “Coral red”, inserito nel film di Maria Sole Tognazzi “Io e lei”. Artista garbata e gentile dalla voce piena, è stato un piacere vederla esibirsi con i Marlene!

Che poi, elemento essenziale, c’è da rimarcare la perfetta sinergia della band. A chi fosse stato proprio in prossimità del palco, non è sfuggita la perfetta sincronia musicale del gruppo, data esclusivamente da un forte affiatamento di ciascun membro che citiamo: i capisaldi storici Riccardo Tesio alla chitarra e Luca Bergia alla batteria e percussioni, Davide Arneodo al violino ed ai cori, Luca Lagash Saporiti al basso e chiaramente Cristiano Godano, chitarra e voce.

L’intenso concerto trova la propria chiusa con “Sonica” da Catartica. Difficile andarsene dopo tanto splendore. Ci si avvia verso l’uscita dell’Ex Dogana con una gradevole energia nel cuore ed un frammento di malinconia per la nostalgia della Bellezza che sempre cerchiamo, talvolta afferriamo e qualche volta smarriamo, ma che in molti di noi soprattutto della generazione degli anni’90, proprio nella musica dei Marlene Kuntz hanno trovato e continuano ad incontrare.

Romina De Simone