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Giulia Villari al Nuovo Cinema Palazzo, Roma

In un pomeriggio segnato dal vento caldo dell’estate, abbiamo incontrato Giulia Villari, cantautrice e chitarrista della scena dell’alternative rock, presso la sala dedicata a Vittorio Arrigoni del Nuovo Cinema Palazzo, la struttura a fini socioculturali sita nel quartiere di San Lorenzo a Roma, tenacemente strappata ad un misero iter che l’avrebbe resa un casinò. Ad accoglierla in maniera squisita anche un volontario del “Palazzo”, cui rivolgiamo il nostro sentito ringraziamento: Vito. Un grazie anche a Miranda, altra ragazza del collettivo che ha reso possibile l’utilizzo dello spazio.

Giulia Villari arriva con elegante gentilezza, in compagnia della sua preziosissima chitarra della Gibson, con la quale-in versione acustica-ci fa dono dell’esibizione di “Almost August”, seconda traccia dal suo ultimo album “Real”(2017). E’una delizia per lo spirito, riprenderla ed ascoltarla mentre la sua voce piena sul suono caldo della Gibson spezza il silenzio del “Palazzo” e l’immobilità del pomeriggio. Di seguito la lunga intervista che ci ha cortesemente concesso.

Ciao, Giulia, senti, ti voglio chiedere delle info molto basic per farti conoscere un pò meglio. Qual è stato il tuo iter formativo per quanto concerne “canto” e “musica”, perchè tu rappresenti entrambe le cose. 

“Io ho sempre cantato dai tempi dei tempi, tanto è vero che quand’ero piccola mi mandarono all’Accademia Filarmonica Romana. Poi, ad un certo punto, quando ero adolescente, un fidanzato di mia madre che aveva a che fare con la musica, perché conduceva un programma su Radio3, mi disse-senti, invece che “schitarrare”e cantare continuamente sui dischi, perchè non vai ad imparare come si fa veramente?– Quindi mi iscrisse alla scuola di musica di Testaccio, dove ho cominciato a studiare sia canto sia chitarra e musica.

Poi hai studiato anche in America o la tua formazione si è svolta solo a Roma? 

No. Solo a Roma.

E’una mia curiosità, perché so che sei stata fuori…? 

Sono stata fuori, ma non tanto in America, quanto a Londra, perché ho una parte della famiglia a Londra; poi mia madre, quand’ero piccola, ha vissuto tre anni e mezzo a Londra, quindi ho un rapporto con Londra abbastanza stretto…ahimè.

Beh, meglio per te, perché avere una cultura in più nel cuore è sempre arricchente.  

A dire il vero mio zio è scozzese, quindi è differente da un inglese. Sono più calorosi.

Dunque l’inglese è una seconda lingua per te?

Abbastanza. Si parla anche a casa con loro, perché sono stata a Londra sin dall’infanzia.

Mi piacerebbe sapere-sin dall’adolescenza-quali sono le donne del Rock che sono state il tuo riferimento, italiane(anche se minori)o straniere.

Diciamo che ce ne sono tante. Del rock in particolare il mio primo grandissimo amore musicale è stato Ani Di Franco. Quando ero adolescente in effetti in quel momento non esisteva ancora la musica di internet. Noi sentivamo i dischi. Li compravamo. Li ascoltavamo dall’inizio alla fine e li riascoltavamo. Invece adesso è un consumo musicale continuo. Ci sono molte più cose, però forse c’è un ascolto più superficiale. Quindi è stata lei all’inizio. Poi ce ne sono tante. Joni Mitchell; per andare poi sul fronte del jazz: Anita O’Day, Ella Fitzgerald. E poi ad un certo punto, verso il 18/19 anni sicuramente PJ Harvey.

Certo! Immaginavo perché il tuo primo produttore è stato Rob Ellis.

Sì, Rob Ellis che ho conosciuto tramite i Marlene Kuntz.

Ecco, io ti volevo chiedere proprio questo. Come è nata la collaborazione con i Marlene?

Nel 2004 ascoltavo un disco di PJ Harvey che ancora ritengo essere uno dei suoi migliori “Stories from the city, stories from the sea”. Ho visto che l’aveva prodotto Rob Ellis. Mi son’detta-fammi vedere cosa ha fatto “questo tizio”-oltre questo disco e mi collegai sul suo sito e vidi che aveva prodotto un disco dei Marlene. Mi dissi-invece di scrivere direttamente a Rob, scrivo ai Marlene Kuntz-neanche sapevo bene!

Ma eri loro fan? Li conoscevi?

Sì, li conoscevo, perché li conoscevamo tutti a quei tempi, però non è che fossi proprio super esperta, anche perché all’epoca non è che conoscessi tantissime cose della musica in generale. Quindi scrissi a loro. Mi rispose Riccardo Tesio. Ma io scrissi dicendo”Vorrei sapere di più della vostra collaborazione con Rob Ellis, anch’io scrivo musica(in realtà avevo scritto 5 canzoni),studio musica. Ciao”. Mi rispose Riccardo, con cui poi iniziò un’amicizia che mi disse“Mandaci il tuo demo a quest’indirizzo…”. Io mi dissi“Ma neanche risponde alla mia domanda!”(Ironica)Però quello è stato il motivo per cui ho realizzato il mio primo demo. Veramente il mio primo demo è stato quello per i Marlene Kuntz. 

Allora ti hanno portato un pò fortuna?

Sì. E’ stato un inizio.

Beh, l’interpretazione di ormai una decina di giorni fa all’Ex Dogana insieme ai Marlene Kuntz nella canzone “Bellezza”è stata molto intensa…

Beh, la canzone per me era un pò difficile, perchè essendo scritta da un uomo per una voce maschile, non è proprio nella tonalità in cui una donna sta molto comoda. Però-a prescindere-mi sembrava un’occasione carina. Sono stata contenta.

Eventuali altre collaborazioni con i Marlene le prevedi?

Non lo so…Ci siamo frequentati così tanto nel tempo che ora ci siamo “scocciati”l’uno dell’altro!

In senso buono, però!?(Rido)

No, in senso buonissimo! (Ride felice) Ci vediamo ogni tanto. quando capita, siamo contenti.

Qual è una loro canzone(a parte Bellezza chiaramente) o loro album che ti piace di più?

Naturalmente mi piace moltissimo “Bianco Sporco”(2005) che ho appreso dopo essere stato l’album del cambiamento per loro. Vi sono incluse delle canzoni bellissime. Mi piace “Senza peso”(2003) che avevano prodotto per l’appunto con Rob Ellis ed il più recente “Uno”.

“Uno”è del 2007. Anche a me piace moltissimo…

Ah, sono passati già 10/11 anni. Ma non per non dire i soliti…

Come “Catartica”?

Io in realtà non è che avessi tanto vissuto quell’epoca lì. Ero troppo piccola. Non ero ancora nel giro! Non ci ero ancora arrivata.

Sì, immagino. Non eri ancora nella fase dei giovani degli anni 90 con la crisi esistenziale?

Eh, esatto! ancora non ci ero arrivata. Ci sono arrivata dopo.(Ride divertita).

Altri gruppi rock italiani attuali che ti piacciano? Della scena alternative, chiaramente.

L’ho già detto varie volte: tra quelli che mi interessano di più c’è Iosonouncane che sicuramente ha fatto un disco molto interessante e non vedo l’ora che arrivi il seguito. Ed anche un mio amico, Giorgio Poi, che sta percorrendo adesso un’ottima strada in italiano. Lui prima aveva un gruppo con cui facevano cose in inglese e sono stati a lungo in Inghilterra. Questa band ha  avuto due nomi; prima si chiamavano i VadoinMessico, poi sono diventati i Cairobi. Ed adesso appunto lui ha iniziato a realizzare pezzi in italiano. Sta girando tantissimo e sono molto contenta per lui, perché è un ottimo musicista.

Bene! Lo ascolteremo dietro tuo suggerimento!!!

Giorgio Poi adesso sta ovunque. Tra l’altro adesso lui aprirà i concerti de i Phoenix. L’ha fatto in Italia, ma loro gli hanno chiesto d’andare in America ad aprire. Sono molto contenta per lui…

Perdona, se ti interrompo; a proposito della questione della lingua, italiano ed inglese. Tu prevalentemente usi l’inglese. Escludi l’ipotesi di cantare in italiano?

No, anzi in realtà quest’ultimo album è nato in inglese, ma volevamo tradurlo in italiano. a parte che l’operazione di traduzione è più difficile che la scrittura ex novo, perché sono completamente due ritmi diversi, due lingue che hanno delle regole diverse, un suono assolutamente diverso, quindi è difficile mantenere lo stesso significato cambiando le due lingue. Però al di là di questo, che è una sfida che avrei avuto voglia di affrontare, in realtà abbiamo continuato in inglese, perché ad un certo punto ci hanno preso una canzone in un film…

Sì, in “Io e Lei”(2015) di Maria Sole Tognazzi…

E quella l’hanno “presa”in inglese! Allora questo disco rappresentava una sorta di continuazione di questo progetto; dunque sulla scia di questo semplicemente non mi sono messa a lavorarci su, anche se già sto scrivendo in italiano.

Sono curiosa di sentirti cantare in italiano, anche se sono consapevole che cambi in parte…?

Ti devo dire che gli esperimenti che sto facendo mantengono lo stile(allegra)! Poi mi direte!

Senti, il tuo rapporto con il Cinema, visto che una tua canzone è stata inserita in un film? E’un’arte che ti piace?

Naturalmente! A chi non piace il vero cinema.

Cosa ti piace? Te lo chiedo da pura cinefila?

Sicuramente Kubrick.

Attuale?

Mi sono piaciuti tanto due film: “Paterson” di Jim Jarmush e”La Vita di Adele” di Abdellatif Kechiche. L’ho trovato veramente una riproduzione reale della vita di una ragazza, delle sue pulsioni, difficoltà, ma anche con un finale bello. Film toccante, profondo, reale. Mi è piaciuto moltissimo.

Sicché ami il cinema francese, perchè il regista è tunisino naturalizzato francese? 

Devo dire che ultimamente sto vedendo molti film francesi e li trovo meno sciocchi, pur in argomenti leggeri sono sempre meno stupidi di quelli americani. Mi piace anche il cinema inglese. Ad esempio “Il Discorso del Re” di Tom Hooper. E’ un bellissimo film per niente stupido. Insomma il cinema europeo!

E qualche italiano che salvi?

Martone mi piace! Sono andata anche recentemente ad assistere alla piéce teatrale che ha realizzato su Edoardo De Filippo. Poi c’era questo film molto bello  di qualche anno fa con Elio Germano dal titolo “Nessuna qualità agli eroi”(2007) di Paolo Franchi. Comunque Elio Germano secondo me è il più grande attore italiano in questo momento.

Ho letto che sei Dottore di Ricerca alla Sapienza. Questo fa di te veramente una gran’persona oltre al lavoro nella musica. So che ti interessi molto di poesia?

Ho dedicato la mia vita a queste cose folli(sorride).

Quindi tu scrivi anche poesie o riversi tutto nella ballata che poi diviene canzone?

No, scrivo anche cose senza musica, però non sono mai stata dell’idea di pubblicarle. Sono cose personali… Mi esprimo così tramite la musicalità che la poesia dà alla lingua.

Tra l’album River e l’album Real sussiste una certa differenza di stile. Li ho apprezzati entrambi, sebbene mi ritrovi più in River. Anche adesso ci ha commossa vederti e sentirti suonare in acustico(sorrido), però sono molto interessanti le atmosfere più ricercate di Real. Qual è la tendenza che pensi di seguire in futuro?

Mah, di continuare quest’esperimento che ho cominciato con Real, perché non è stato tanto un cambiamento di suono in fin dei conti, ci sono poche modifiche dal punto di vista del suono; abbiamo aggiunto qualcosa di elettronico, ma di fatto sono sempre canzoni, però la differenza è stata nello strumento con cui ho scritto che è stata fondamentalmente la tastiera/pianoforte. Tanta gente si blocca in un modo di scrivere con lo strumento che gli è stato proprio da sempre. Cambiando quello strumento, cambia anche un pò l’approccio alla scrittura.E questo è stato quello che ho fatto anch’io e devo dire che mi ha fatto sentire molto più autentica; io credo che sia emersa molto più me stessa in quest’ultimo disco che appunto si chiama “Real” non a caso, perché mi sono sentita più libera nella scrittura. La chitarra mi legava troppo a dei riferimenti che-è vero-sono quelli che ho ascoltato per tanto tempo, che però ora non ascolto più.

Ci ricordi i nomi dei tuoi due collaboratori?

Sante Rutigliano(Producer) e Simone Prudenzano.

Un’ultimissima domanda. Visto che riesci a coniugare la bellezza della cultura-lavorando in un ambiente universitario-con la potenza creativa della musica, la divulgazione della Cultura, secondo te, può contribuire a migliorare il mondo?

Eh…Sì. Con la cultura non si mangia ed è vero. Però è necessaria all’umano. L’umano non è una bestia, non mangia e basta, non ha solo bisogno di cose materiali; l’umano ha bisogno di “bellezza”. Quindi la cultura è necessaria, è un’esigenza primaria dell’uomo. Più ce n’è e meglio è. Tira una brutta aria, causata anche da molta ignoranza;ignoranza della storia, ignoranza di tante cose. Difficile, ma assolutamente necessaria!

Bene! Concerti in previsione? Così veniamo a sentirti? 

Concerti in previsione non lo so. Visionate il mio sito: www.giuliavillari.com(sorridendo caldamente!)

Va bene, Grazie infinite, Giulia Villari!

Grazie a voi!

E Giulia Villari lascia il Nuovo Cinema Palazzo, ringraziando e salutando tutti i presenti, con la medesima grazia gentile con cui era arrivata.

Romina De Simone

Giulia Villari