VITERBO. 12 DIC. ”Io Luigino me lo sento sulla coscienza perché mi sono comportato da impiegato di banca e se fossi stato una persona che rispettava le regole non gli avrei fatto fare quel tipo di investimento”. A parlare, in un’intervista su La Repubblica, è un ex impiegato della banca Etruria di Civitavecchia, licenziato dalla stessa banca e che ora monta caldaie in giro per la sua città.
Proprio il contratto delle obbligazioni acquistate da Luigino D’Angelo, il pensionato che si è ucciso per aver perso 110mila euro investiti con la Banca Etruria porta la sua firma.
L’ex dipendente della banca spiega che Luigino fu uno dei primi clienti della banca a cui vennero proposte le obbligazioni e che dapprima firmò un questionario comune a tutti i clienti nel quale c’era scritto che l’ operazione comportava un minimo rischio. Successivamente altre carte nelle quali era presente la dicitura ‘alto rischio’, ma “quasi nessuno ci faceva caso, era un carteggio di 60 fogli”.
L’ex dipendente poi fa un affondo alla banca rispondendo al giornalista che gli chiede “Voi impiegati non mettevate al corrente i clienti?” con la frase: “Avevamo l’ordine di convincere più clienti possibili ad acquistare i prodotti della banca, settimanalmente eravamo obbligati a presentare dei report con dei budget che ogni filiale doveva raggiungere. L’ultimo della lista veniva richiamato pesantemente dal direttore”.
L’articolo su Repubblica: http://www.repubblica.it/economia/2015/12/12/news/_ho_luigi_sulla_coscienza_ma_l_ordine_di_mentire_ci_arrivava_dalla_banca_-129285719/?rss
Leggi l’articolo originale: Ex di Banca Etruria ”Ho Luigino sulla coscienza, l’ordine era della banca”