Otto militari dell’Arma dei Carabinieri, tra cui alti ufficiali, imputati nell’ambito dell’inchiesta sui presunti depistaggi relativi alle cause della morte di Stefano Cucchi, sono stati rinviati a processo dal Gup.
In questo modo si apre un nuovo processo, il quarto, che vede alla sbarra la catena di comando dei carabinieri che, secondo l’accusa – avrebbe prodotto falsi per sviare le indagini. La prima udienza è fissata per il 12 novembre.
Al processo ci sarà, tra gli altri, il generale Alessandro Casarsa, attualmente in pensione, ex comandante dei Corazzieri e all’epoca dei fatti comandante del Gruppo Roma.
Gli altri imputati sono il colonnello Lorenzo Sabatino, ex capo del nucleo operativo di Roma, accusato di omessa denuncia; Francesco Cavallo, all’epoca dei fatti tenente colonnello capoufficio del comando del Gruppo Roma; Luciano Soligo, già comandante della Compagnia Montesacro; Massimiliano Colombo Labriola, ex comandante della stazione di Tor Sapienza; Francesco Di Sano, all’epoca in servizio a Tor Sapienza; Tiziano Testarmata, già comandante della quarta sezione del Nucleo investigativo e il carabiniere Luca De Cianni.
“Oggi qualcuno sarà costretto a risponderne in un’aula di giustizia”. Così Ilaria Cucchi, sorella di Stefano, ha commentato il rinvio a giudizio di otto carabinieri imputati nel processo sui depistaggi.
Proprio poche ore prima la donna su Facebook scriveva: “Sento per la prima volta parlare dal vivo il generale Casarsa. Le note mediche presenti nella sua relazione del 30 ottobre e che anticiperanno le conclusioni di esperti medici legali che ancora dovevano essere nominati sono frutto di informazioni avute quel pomeriggio dal comandante Tomasone.
Insomma così decisero a tavolino di che cosa doveva esser morto Stefano Cucchi. Tutto questo sulla nostra testa”.