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ART. 18. CAMUSSO, CGIL: “RENZI HA IN MENTE LA THATCHER”

MILANO 20 SET. “Mi sembra che il Presidente del Consiglio abbia un po’ troppo in mente il modello della Thatcher”. Lo ha detto il Segretario Generale della Cgil Susanna Camusso (in foto), parlando della riforma del lavoro durante l’inaugurazione della nuova sede regionale del sindacato Cgil a Milano.

“La sfida che lanciamo noi è fatta dall’idea che si può fare lo statuto dei lavoratori, ma bisogna fare sì che tutti abbiano gli stessi diritti con contratti a tempo indeterminato” – ha rilevato la leader sindacalista, aggiungendo: “Non stiamo difendendo noi stessi: chi vorrebbe cancellare l’Articolo 18 sta cancellando la libertà dei lavoratori”.

Nel pomeriggio di ieri c’è stata la replica del Presidente del Consiglio Matteo Renzi (in foto): “A quei sindacati che vogliono contestarci io chiedo: dove eravate in questi anni quando si è prodotta la più grande ingiustizia, tra chi il lavoro ce l’ha e chi no, tra chi ce l’ha a tempo indeterminato e chi precario” perché “si è pensato a difendere solo le battaglie ideologiche e non i problemi concreti della gente”.

Il Premier Renzi, intanto, sembra non dare molto peso a quanto accade nell’inchiesta di Genova che ha coinvolto direttamente il padre Tiziano (in foto). “Nessun complotto, nessuna giustizia ad orologeria”: è la linea di Matteo Renzi ai suoi dopo la notizia dell’indagine a carico del padre accusato di bancarotta fraudolenta in un’indagine della Procura di Genova. Eppure nel partito del Presidente del Consiglio il sospetto è che la notizia sia trapelata per dare un segnale al Governo, che sta portando avanti la riforma della giustizia. Una tentazione, quella di gridare al complotto, che però il Premier stoppa di netto difendendo il lavoro dei magistrati.

L’indagine era stata aperta tempo fa e riguarda il fallimento di una società di distribuzione di giornali, la “Chil Post S.r.l.” con sede a Genova in Galleria Mazzini. La Procura ha chiesto la proroga delle indagini e ha contestualmente inviato l’avviso di garanzia. Oltre al padre di Renzi ci sono altre due persone indagate. Le indagini sono partite dopo il fallimento, dichiarato un anno fa, della società. L’indagine è condotta dal Procuratore Aggiunto Nicola Piacente e dal Sostituto Procuratore Marco Airoldi.

“Le indagini – ha detto il Procuratore Capo di Genova Michele di Lecce (in foto) – sono ancora in corso. Tant’è vero che è stata chiesta una proroga. Non è escluso che in futuro ci possano essere altri indagati”.

“Il Corriere della Sera” traccia l’identikit dell’intestatario di “Chil” a partire dal 2010. Si tratta del 75enne Gianfranco Massone, originario di Borghetto d’Orba e residente a Varazze. Da venditore ambulante, Massone ha partecipato a diverse fiere nel Basso Piemonte e nella Riviera Ligure. È indagato insieme a Tiziano Renzi per bancarotta fraudolenta, in riferimento alla cessione della “Chil Post”. Una cessione avvenuta quando ormai la società era destinata al fallimento.

Ad attirare l’attenzione della magistratura c’è anche la nomina di Massone ad amministratore di una cooperativa fiorentina, verificatasi poco dopo il passaggio di proprietà della “Chil”.

Marcello Di Meglio

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